Francesco Redi e i Consulti medici

Giuseppe Lauriello, medico, scrittore e saggista, dotato di una non comune capacità di individuare, illustrare e commentare gli spesso ignorati riferimenti medici presenti nelle biografie di autori famosi, chiarendone i significati e le connessioni, si cimenta in un’altra sua opera “Francesco Redi e i Consulti medici”, anche questa edita ed illustrata per i tipi di Giuseppe de Nicola Editore.
Lo sguardo del critico e dello storico della medicina, autore di importanti studi sulla Scuola Medica Salernitana, è qui rivolto ad uno scienziato curioso e sollecito, erede del metodo di Galilei, un maestro di stile che sembra aver prefigurato, in talune sue pagine, la moderna prosa d’arte.
Francesco Redi è uno scienziato e un letterato di grande livello; la sua figura costituisce uno dei casi più significativi di mecenatismo scientifico del ‘600: archiatra del Granduca, ha profonde competenze letterarie, filologiche, soprattutto nel campo delle scienze della vita, conciliando la sua grande erudizione con un autentico spirito sperimentalista di stampo galileiano.
Egli non fu solo un medico, e come medico fu terapeuta e sperimentalista; essenzialmente fu un uomo controcorrente che visse la sua lunga carriera di scienziato cavalcando l’onda del prestigio, del successo e della notorietà.
Osservatore acuto e sperimentatore sagace, Francesco Redi, poeta, naturalista, lessicografo, dal 1666 primo medico alla corte dei granduchi di Toscana e arciconsolo dell’Accademia della Crusca, è ricordato come il padre della biologia moderna per avere sfatato la millenaria credenza nella generazione spontanea sulla base del più rigoroso empirismo ed applicando ‘il metodo sperimentale alle scienze biologiche’.
Come medico Redi ebbe grande valore ed altrettanta fortuna, e nei suoi Consulti appaiono l’ingegno vivace e il metodo sempre basato sull’osservazione e l’esperimento. Questi e altri scritti scientifici hanno, anche per la semplicità dello stile e la schiettezza della lingua, una notevole importanza letteraria. Oltre che vivida e aderente, la lingua di Redi non evita immagini domestiche e tratti popolari, ma come tutti gli scrittori raffinati l’eleganza non va mai disgiunta da una certa rustichezza: non va dimenticato che questo fine scienziato era anche un gran ghiottone: i carteggi con altri eminenti filosofi naturali, come l’amico Magalotti, erano disseminati di ricette in versi per cuocere il pavone e di considerazioni sulla prelibatezza del cervello di delfino.
Nella pratica terapeutica non si discosta molto dall’impostazione di Ippocrate, preoccupandosi soprattutto di lenire i sintomi e riequilibrare gli umori, senza creare effetti collaterali. I presidi terapeutici consistono in rimedi umettanti, lenitivi, compensativi e, seguendo questa linea, si attiene a principi di sobrietà, evitando molte stramberie così frequenti nella medicina barocca; scrive Cestoni: «… Del resto la Medicina vera, e buona, vi è et i Medicamenti veri, e buoni, vi sono. Ma gli uomini vogliono essere ingannati in tutte le maniere, e però è necessario, che vi siano altri uomini, che l’ingannino. E chi sa la vera Medicina, li sa ancora ingannare senza far loro danno alcuno. Ma tanti e tanti ignoranti che gl’ingannano a loro danno, e gli fanno ingozzare de veleni; in cambio di darli dei buoni consigli, e compatirli. V.S. procuri di avere le lettere di Guy Patin, e vedrà che sempre vi è stata la buona Medicina, e li buoni medici. Come era il nostro Redi».
E, in questo contesto, è facile immaginare il nostro Lauriello che si bea leggendo, studiando e meditando sulle carte, le lettere ed i Consulti, una pagina significativa della diagnostica del ‘600, scritti secoli prima da un erudito precursore testimoniandone l’instancabile impegno etico-professionale e il suo buonsenso.

Descrizione

Autori Giuseppe Lauriello
Pubblicato da Giuseppe de Nicola Editore
Luogo di pubblicazione Napoli
Paese di pubblicazione Italia
© Giuseppe de Nicola Editore
Lingua del testo Italiano
Legatura Rilegato
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